Sembra un quadro meraviglioso, invece è un cimitero di biciclette condivise in Cina.

Rivoluzione ecologica, cavalchiamo l’onda e stiamo per… suicidarci.

l’Unione Europea sembra passare gran parte del suo tempo a cercare nuovi modi per complicarci la vita, ora stanno pensando di rendere obsoleti per decreto i motori endotermici.

Evviva grideranno gli ecologisti, ma ahimè credo che non abbiamo fatto proprio tutti i conti.

Io sono solo un povero ingegnere mancato, forse per questo mi sono sentito in dovere di farli, forse non saranno esatti del tutto ma credo che in linea di principio ci potremmo essere. Vi avviso, di sicuro saranno sbagliati quindi potete finire qui di leggere…

Stando a dati statistici Unrae in Italia circolano nel 2020, 38,5 milioni di veicoli, uno più uno meno. Se siete saltati sulla sedia state tranquilli io pensavo a meno di dieci milioni…

Bene per la transizione ecologica si pensa che dovremmo sostituirli tutti con auto elettriche, che sono bellissime è vero ma qualche problemino lo hanno, altrimenti non avremmo smesso di farle nei primi del ‘900, sostituendole con auto a benzina che erano più economiche ed efficienti.

Abbiamo quindi di sicuro la memoria corta.

Vabbè ma ora la tecnologia è diversa dai… allora se fossimo in grado di produrre circa 2 milioni di auto all’anno per il nostro mercato, ci vorrebbero quindi 20 anni di vendite di sole auto elettriche per rimpiazzare il parco. Da domani.

Ma per produrre tutte ste auto elettriche servirebbero tonnellate (macché tonnellate, faremo un buco fino al centro della Terra) di materie prime preziose come le terre rare e via dicendo, che le aziende produttrici di batterie e di componenti dovrebbero accaparrarsi per rifornire l’industria dell’auto.

Ma sicuramente c’è già un esercito di bambini congolesi che lo sta facendo per noi, per cui diamo per scontato che l’industria sia pronta e riesca a sfornare le nostre belle auto.

Per poter circolare in modo libero avremmo bisogno di una bella serie di infrastrutture fitte tipo le colonnine di ricarica, più o meno ad ogni angolo della strada, non come i lampioni, sarebbe meglio un po’ di più.

Immaginatevi da domani escavatori e umarell che sventrano le strade urbane (dai limitiamoci a queste) per far passare km di nuovi cavi elettrici per collegare le colonnine (si già perché non lo sapete? le colonnine non appaiono dal cielo ma hanno bisogno di un cavo più o meno come a casa vostra, solo un bel po’ più grosso). Ah proposito vogliamo parlare di fibra…? No dai andiamo avanti che è meglio.

Ora, se tutto questo accadesse realmente, e io sarei un po’ scettico dato che per fare il Mose ci abbiamo messo un’era geologica, poi ci sarebbe solo un piccolissimo dettaglio… servirebbe dell’energia elettrica!

Sapete quanta?

In Italia si consumano ogni anno, in modo più o meno stabile da qualche tempo, circa 320000 Gigawatt (si, più di quanti me ne da Iliad a 7,99) di cui circa 37000 importati dall’estero, e circa il 62% di quelli che produciamo in casa li facciamo bruciando combustibile (più o meno lo stesso che bruciamo nelle auto, giusto per farla capire ai nostri amici green), scusate lo ridico, SESSANTADUEPERCENTO.

Bene vi ricordate i 38,5 milioni? mettiamo che ognuno di questi veicoli percorra in media diciamo 10000 km anno, e diamo per assunto che per fare 200km un’auto elettrica utilizzi circa 32kwh (sono dati ottimistici di un’auto di piccola dimensione con un piccolo motore elettrico, tipo la Up che uso tutti i giorni, così sapete anche che: 1) non parlo a vanvera; 2) sono un ipocrita), servirebbe una rete che fornisca almeno 60-65000 Gigawatt in più solo per fare circolare i veicoli (e ricordo che il 62% di questi sarebbe prodotto bruciando combustibile, che poi è come lasciare in pace il motore endotermico di almeno metà del parco circolante, anzi direi un bel po’ di più dato che i bruciatori delle centrali sono un po’ meno green di un euro 6).

Io oggi ho fatto una fatica bestia solo a installare una lavastoviglie a mia madre, non vorrei che in commissione europea siano stati un po’ troppo ottimisti a proporre il 2027 come pietra miliare per la transizione green che ormai un po’ tutti nel mondo hanno capito che non può passare per questa strada. Ma si sa le mode sono molto trainanti e quest’anno va di moda lanciarsi a tutta velocità contro muri durissimi (leggasi bike sharing).